L’allarme di Bernabè: il traffico dati corre molto più dei ricavi

 

BARCELLONA – «Oggi l’80% del traffico della telefonia mobile è dedicato ai dati, ma vale soltanto il 20% dei ricavi. Le percentuali sono invertite se si considera la voce. Questo modello di business non è sostenibile». Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, è al Mobile World Congress di Barcellona in veste di presidente del Gsma, l’associazione che riunisce gli operatori.

Alla grande fiera della tecnologia mobile i protagonisti sono gli smartphone di Nokia, Samsung, Lg, Sony e Htc, telefoni-computer con prestazioni impensabili solo pochi anni fa e la connettività a internet sempre presente per abilitare l’universo delle applicazioni.

 

«È un’esplosione che ha il paradosso di vedere il calo di ricavi per utente» continua Bernabè, secondo cui si tratta di un problema «regolatorio e competitivo». L’avvento di servizi sempre più complessi comporta ingenti investimenti sulla rete: 800 milioni di dollari nei prossimi 3-4 anni per l’industria nel suo complesso. Ora gli operatori sono concentrati sullo sviluppo del nuovo standard per le connessioni mobili ultraveloci: l’Lte, erede di Gsm e Umts. In Italia sarà una realtà commerciale soltanto nel 2013, ma Telecom Italia e Vodafone hanno avviato le sperimentazioni. La tecnologia consente una velocità teorica di scaricamento dati di 100 megabit al secondo, contro i 42 dell’Umts evoluto. La seconda generazione, che arriverà tra qualche anno, arriverà fino a 1 gigabit al secondo.

Quali possibilità per bilanciare ricavi e investimenti? Una frontiera è l’Nfc (near field communication), tecnologia che consente di utilizzare il telefonino per i pagamenti. Il sistema di tariffazione può rifarsi sulla carta di credito, su un conto online oppure sulla sim, soluzione preferita dagli operatori. «L’Italia può fare la sua parte, a Milano a ottobre si terrà l’Nfc summit e la città avrà la possibilità di creare un importante polo di attenzione» afferma Bernabè. Ieri Telecom Italia ha siglato un accordo con un gruppo di società francesi Ict per lo sviluppo di soluzioni Nfc basate sulla sim.

Altra frontiera sono le “rich communication suite”: una piattaforma comune a tutti gli operatori e sistemi operativi per «messaggistica, videoconferenze e nuovi servizi». La sfida, difficile, è nei confronti dei servizi internet che già esistono ma che «non garantiscono la sicurezza dei dati». Bernabè chiede collaborazione ai produttori di terminali e ai colossi di internet. Nomi come Apple e Google, che hanno avuto grandi vantaggi dallo sviluppo delle reti ma non ne condividono gli investimenti: «In Giappone abbiamo assistito a problemi enormi di interruzione del servizio di rete per il sovraccarico legato alle applicazioni».

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